sabato 26 agosto 2006

Mio caro Jan Jack

Racconto favole su di te che ascolti così preziosamente
Sei un fiore insano tu che si guarda con occhi porpora
Correggimi se tutto questo è debole
Quello che fai non crea più attenzione
Non coinvolge
Questo non è reale
Confronto le idee ed accendo le stelle
C’è un cristo che sanguina e ci guarda con rabbia
È come sai tu sei per me colpevole
Quello che fai non crea più attenzione
Non coinvolge
L’aggressività non mi avrà
Confonde le idee ed affetta la gente
C’è un dio che sanguina, che sanguina
E credo di essere anormale, ebbene non lo so Mi vedi? Temi? Credi io ti userò? uuuuuuuuuuh



E credo di essere anormale, ebbene non lo so Mi vedi? Temi? Credi io ti userò? uuuuuuuuuuh

venerdì 25 agosto 2006

A spasso per l'inferno con Upclose

Dopo aver chiesto sotto forma di preghiera muta il permesso, e dopo averlo ottenuto, ecco il piccolo resoconto infernale dell'anima UpClose
Fancazzista in cerca di ragione, ti ringrazio per il debito polmare...



Nel mezzo del cammin de di nostra vita (che mi pare di capire che verso i 40 anni il vostro upclose sarà beatamente sigillato in una bara con un lettore mp3 e 3-4 libri da leggere),mi ritrovai per una selva oscura,ché la diritta via era smarrita.Si,perché cazzo,io avevo prenotato un bel viaggetto alle Bahamas e invece mi sono ritrovato in questo posticino mica tanto bello.Mi chiedevo dove fossi quando ecco che una figura losca appare.Gli dico “ma dove cazzo sono?Guarda che l’ho pagato caro sto viaggio alle Bahamas,faccio un casino eh!”.E la losca figura mi rispose “ciao upclose,sono stata inviata direttamente da Dio per farti fare un giretto all’inferno,che qua mica sappiamo dove ficcarti!sai,dio legge il tuo blog e gli era piaciuto na cifra lquel post sulla moltiplicazione delle patatine fritte e dato che gli stai simpatico ma non può metterti in paradiso,perché sei veramente una persona pessima,ti fa la cortesia di farti scegliere il girone infernale che preferisci.Ora ci facciamo un giro e poi decidi ok?” E io “oddio,ma c’è tanto da camminare?guarda che c’ho i piedi che bestemmiano,se non c’è l’ascensore io me ne vado!”.La losca figura,che riconobbi essere madre teresa di Calcutta, spazientita mi disse “vedi di seguirmi e non cagare il cazzo!”.
Iniziammo così il tour per i gironi,saltando sapientemente il limbo “che tanto mica sei così vecchio".
LUSSURIOSI - Upclose: no guarda che mica sono un lussurioso,i miei vizietti sessuali sono innocenti,io sono un’anima pura e incontaminata! (un fischio risuona nel girone ma io non ci bado)
GOLOSI - Upclose: madreterè,col cazzo che mi rotolo nel fango,io sono una persona a modo!
AVARI,PRODIGHI - Upclose: ma è una presa per il culo?se fossi avaro perché non ho mai una lira nel portafoglio che mi spendo tutto senza neanche pensarci?
IRACONDI,ACCIDIOSI - Madreteresa: io qua ti ci vedrei proprio eh…Upclose: dici?ma io non sono iracondo,mi hai mai sentito mandare a fanculo qualcuno?e secondo te sono accidioso?dai che sono una persona dinamica!e poi non ci voglio stare qua,non tira un filo d’aria!
ERETICIUpclose: eretici nel senso di erezione?Madretersa: namo và…
OMICIDI,TIRANNI E PREDONI - Upclose: no che qui ci sono i dinosauri e ho paura!Madretersa: eh?Upclose: i tiranni!
SUICIDI E SCIALAQUATORI - Upclose: ah qui sono pulito,lo sciacquone del cesso lo tiro sempre!
BESTEMMIATORI,SODOMITI,USURAIE - qui madre teresa mi fissa con aria accusatrice.Upclose: senti,qua deve essere come in carcere,ti fanno abbassare per prendere la saponetta e te lo troncano nel culo.Non esiste.
RUFFIANI,SEDUTTORI - Upclose: è colpa mia se sono bello e affascinante?Madreteresa: e cretino?Upclose:stronza.
ADULATORI - Upclose: ah beh,questo non mi tange proprio.
SIMONIACI - Upclose: non mi chiamo simone!
INDOVINI - Upclose: cos’è tipo un gioco a quiz?C’è mike bongiorno?
BARATTIERI - Upclose: ahahahaha avevo letto batteri!!
IPOCRITI - Upclose: essendo io falso potrei starci,ma vedo che c’hanno tutti facce un po’ truci,non mi piace mica!Madretersa: sei proprio un rompicazzi.
LADRI - Upclose: devo finire qui per aver rubato una penna a 10 anni?Ma vaffanculovà!
CONSIGLIERI FRAUDOLENTI - Upclose: ma non mi piace neanche il nome,troppo lungo!
SEMINATORI DI SCISMI E SCANDALI - Upclose: seminatori?Ma devo donare lo sperma tipo banca del seme?Madreteresa: sei disgustoso.
FALSARI - Upclose: nono,ti attacchi.
Allora madre teresa spazientita mi fa saltare in toto il girone dei traditori e se ne va.Salvo tornare una decina di minuti dopo con un foglio che dice:
Caro upclose,
per te sarà creato un nuovo girone,quello dei ROMPICOGLIONI PUZZOLENTI.Per la legge del contrappasso sarai costretto a non aprire bocca per lamentarti di ogni cosa e sarai circondato da persone con l’ascella pezzata.Che c’hai veramente scassato le palle!Che qua per fare le gentilezze non mi paga nessuno!Eccheccazzo.
Dio

mercoledì 23 agosto 2006

martedì 22 agosto 2006

Passa lama



NON MI SENTO...

PROPRIAMENTE...

BENE...

CAZZO...

FOTTUTO CAZZO...

lunedì 21 agosto 2006

Notturno


La mia lacrima e la stella
si toccarono, e in quel momento,
divennero una sola lacrima,
divennero una sola stella.

Rimasi cieco, rimase
cieco, d'amore, il cielo.
Fu tutto il mondo - e nulla più -
pena di stella, luce di lacrima.

Juan Ramon Jiménez

domenica 20 agosto 2006

Le cose che preferisco...

Raindrops on roses, And whiskers on kittens, Bright copper kettles, And warm woollen mittens, Brown paper packages, Tied up with strings, These are a few of my favorite things . . . Cream colored ponies, An' crisp apple strudels, Doorbells an' sleigh bells, An' schnitzel with noodles, Wild geese that fly with the moon on their wings, These are a few of my favorite things . . . Girls in white dresses, With blue satin sashes, Snow flakes that stay on my nose and eyelashes, Silver white winters, That melt into springs, These are a few of my favorite things . . . When the dog bites, When the bee stings, When I'm feelin' sad, I simply remember my favorite things, And then I don't feel so bad . . . Roses....hmmm kittens... Kettles.......mittens.... La dee da, la dee da, La dee da, da, These are a few of my favorite things . . . When the dog barks, When the bee stings, When I'm feelin' sad, I simply remember my favorite things, And little by little my heavy heart sings . . . And then I don't feel so bad . . .
And then I don't feel so bad

E le vostre??


sabato 19 agosto 2006

Verso Casa (6Luglio)


Tori Amos 1000 Oceans
Ti ho sempre in mente. Quella immagine di te in lacrime sulla porta. La gente che mi accoglie, mi blocca, si congratula. E ti vedo sempre più piccola, e le tue lacrime, cazzo, spilli nel cervello. Voglio solo raggiungerti, abbracciare, baciare come nessuno stronzo è stato baciato mai. Entrarti dentro: spirito speculare al mio. Attimo di aria sulla mia pelle. Ho sempre la stessa immagine di te. Di me. Su quella porta di universo fermo ad un 6 Luglio.
Non ti vedo da quella mattina. Dopo quella sensazione di catarsi. Finalmente amore giustificato e giustificabile, quello meno indiscreto, quello meno volgare. Scontro di polvere viola e azzurra.
Quel gesto di schifo che sempre continuo a provare per tutto quello che sono. Per quello che non sono. Per tutto quello che adesso qui con me, non c’è. Solo tu, perché sei e sempre sarai.
Per quelle lacrime che devo bere dai tuoi occhi.

Gianna Nannini Meravigliosamente crudele
Seconda fila esterno. Tu prima, a volte esterna,a volte nel mezzo. Sei di una bellezza che faccio fatica a seguire con ragione, e i miei appunti sono pieni dei tuoi volti (e questo non lo hai mai saputo). Vorrei parlarti, vorrei conoscerti. Sei vestita di bianco, hai una borsa colorata e i minchioni che ti circondano sembrano usciti da un fumetto dell’orrore. Sorridi. Sei cordiale con tutti. E sembri guardare me. E sono nudo. Solo tu. Mi sorridi, ti sorrido. Sei splendida. Sei Jun*. Sei e sempre sarai.
Per quei graffi che devo ripulire con il mio sangue.

Tori Amos Precious Things
Salgo da te. Terzo o quarto piano. Non ricordo. Gente insulsa vive in quella casa. Sei da togliere il fiato.
-E’ tutto pronto?
-Si, solo le ultime cose…
-Sei Bellissima.
-Non fare il cretino…
-Ma ti preferisco senza trucco…
-Non ho trucco.
(Cosa ti imbarazza Jun*??)
-Raccontami una storia Jun*…
-Che storia?
-Quella che vuoi…
-Ci sono due spiriti. Quello di Helène. Quello di Jan Jack…
-…
-…
(Non piangere…)
-Non aprire quella scatola…
-Chi è Helène?
-Non lo so…è una storia…
-Chi è Jan Jack?
-Non sei tu…
-Capisco…
-Non aprire quella scatola
(Chi è Jan Jack?...)
-Non l’aprire…ti prego…

Tori Amos Bliss
“Father I killed my monkey”
A Jan Jack il mondo suona in maniera nuova. Gira con il peso della sua impotenza. Teme le mani del padre. A Jan Jack la vita sorride splendida e il sociale non interessa. Vive di cuore. Teme se stesso. Suona con sorrisi e conosce le regole. Teme se stesso e ama Helène. Ama Helène. Odia Jan Jack. Jan Jack odia Jan Jack. Ama Helène come solo lui sa e può amare. Lui: il mare. Lei: il cielo. Tangenze di infiniti. Lei sopra, lui sotto. Connubio di essenze. È arte. È respiro. Un velo, tra il cielo e il mare. E piove. Dal cielo…sul mare.

Verdena 40 secondi di niente
Dici di avere fatto cose orribili per colpa mia. (Mia colpa). Dici di non riuscire ad incontrare il tuo sguardo nel vetro per colpa mia. (Mia colpa).
-Perché se lo ami perdi del tempo con me? Non sono come lui. Non sono la sua copia carbone. Non è colpa mia. (Mia colpa). Dimmi la verità Jun*.
-La conosci.
-No! Non è così…così io ti perdo. Per colpa mia. (Mia colpa). E ti odio. (Mia colpa). Mi credi idota. Mi credi secondo. Non lo sono. È mia natura. Addio Jun*.
-Sei cattivo…
-Si lo sono. E sono uno stronzo. E sono una merda. Tutto per colpa mia. (Mia colpa).

Afterhours Ballad for my little hyena
“Certe sere, in estate, a respirare la corrente che sfila tra le lenzuola, stese nel cortile, si finisce per morire.
E’ dal mare che viene.
La corrente che viene dal mare porta con sé l’altra parte dell’orizzonte (oltre il mare)
Le verità al largo.”

Bjork All is full of love
Sms – Devo parlarti. Vediamoci
Sms – Passa per le 11
Sono nervoso. Voglio parlarti. È una necessità. Devo sapere. Devo chiarire. Devo scuse.
-Perché sei venuto?
-Non dovevi farlo…
-Non ti seguo.
-Jun* è cosa mia preziosa. Cosa mia vitale. Ho visto le sue lacrime per te. Non dovevi. La pagherai…
-Mi ha mentito…spiegami cosa vuol dire in prossima vita…
-Tu non sai niente…
-Non sono un coglione, mio buon Jan Jack…
-Si che lo sei…
-Non come te…
-Si…proprio come me…
-…

Bjork I’ve seen it all
“I’ve seen a man killed by his best friend”.
-A che ora passo?
-Quando vuoi.
-Arrivo.
Non capisco più niente. Ci sei solo tu. Nella testa. Nello studio. Nelle sere. Nella musica. Nella mia. Nella tua. La nostra. Perché con te? Mi completi la solitudine. Stiamo sbagliando; mi sto perdendo. Lo voglio. Lo vuoi e il mondo è a fanculo.
-Raccontami una storia Jan Jack…
-L’avrai stasera ‘Ndr
-Stiamo sbagliando?
-No
Sto bene. Stai bene. Non piangere Jan Jack. Questione di Slut. Questione Afterhours e Marlene Kuntz. Quella birra alla pioggia. Casa mia. Le tue cK. Buongiorno Mr…Buongiorno Mr. La casa, sul mare, d’inverno. I tuoi occhi. Le tue labbra. I nostri corpi.
-No, non stiamo sbagliando Jan Jack..
Siamo così, siamo uguali. Carta carbone. Questione Ludovico Einaudi. Questione Mogwai e Sigur Ròs.
-Ho paura ‘Ndr.
-Ho paura Jan Jack
Baciami. Ti amo…

Marlene Kuntz Notte
“Ho paura di quelle mani. Ho paura dei suoi occhi. Ho paura e mi odio. Per quello che sono. Per quello che non sono. Non voglio vivere così. Sto male. Ho paura. I suoi occhi. Gli occhi di Helène”.
Ed è un vortice. Vomito. Muoio. Addio Jan Jack. Appuntamento in prossima vita. In quella casa, sul mare, d’inverno. Adio Jan Jack. Per te tutto. Lo sai. Lo sai. Vomito. Muoio. Addio Jan Jack.

Placebo Every you every me
Massima consapevolezza. So chi sono. So chi ero. Vivo di vita. Respiro aria. Porto Jan Jack in memoria. E resta la sua musica. Orgoglio e parole che mi salvano da una certa perdizione etica prescritta.
Every me and every you. Mi rendo partecipe a mia vita per mia colpa. Le lacrime si asciugano e divento altra cosa. Amo. E so cos’è. E lo vado cercando. In completezza.

Afterhours Il sangue di Giuda
-Ciao…
-Ma sei tu??
- Si…sono io…
-Forse hai sbagliato…
-Non fare il cretino
-Non faccio il cretino…Jun*
Sei uno spirito di altra vita. Non ti aspettavo. Non ci credevo. Non ci speravo.
-Dobbiamo parlare…
-Bhe si…penso di si…
-Dimmi com’è successo.
-...
-Dimmi com'è successo.
-Sono come lui. Carta carbone. Jun*…mi dispiace…
-Perché? Lo rifaresti?
-Si lo rifarei. Per te. Per me. Per lui.
-Lo amavi?
-…
-Lo amavi?
-Si…penso di si.
-Pensi?
-Si lo amavo…
-Perché???
-Siamo uguali. Sono come lui. Carta carbone. Jun*…ti prego…
-Vi Odio!!!
E mi odio. Adesso. Qui. Mi fai odiare. Per quello che sono. Per quello che non sono
-Vi amo…e vi odio…
Jun*, appuntamento in prossima vita. Ed è solo sangue infetto. Ti ho amato Jun*. Come mai nessuno altro. In altra vita. E reco dolore. Mi odio a misura. Spaccherei la mente per non pensare.

Paola Turci Come eravamo
-Non volevo venire alla tua laurea. Mi sono pentita. Sai, adesso sto con C. Sto bene. Penso sia necessario per me non vederti più. Penso sia essenziale. Ti verrò a cercare io. Sono sicura di questa cosa. Sto bene. Va bene così, sentirsi si, ma non ce la faccio a vederti. Ma non ti preoccupare, verrò io, poi, magari a Roma. Ti raggiungo io. Sto bene…veramente…credimi. Ho trovato quei libri…grazie…andranno benissimo…e che non ce la faccio proprio a vederti. Lo so…siamo fatti in maniera diversa. Sto bene. Sto bene. Credimi. Sto bene…
(non piangere Jun*)
-Ti vedo ovunque in me, con me. Sto bene. Io ti amerò lo stesso. Nonostante tutto. Non ti preoccupare Andre, l’inverno è vicino. Riprenderai la tua aria.
-Verrai a Roma?
-Si…prima o poi. Ti voglio bene…
-Lo so.
Mi voglio male. Io ti amerò lo stesso.
Addio Jun*
Appuntamento in prossima vita.
Verso casa (6 Luglio)

"Verso casala pioggia minaccia la calma di questapianurama io non sento nientese non la tua assenzachiassosa assenzaVerso casami lascio abbracciare dal canto diquesto doloreperché la vita non si è intonata con latua vocelimpida e ingenua, limpida e ingenua,limpida e ingenua..Quante voltetorneraiin un pianto inattesonel ricordo più intensoluce che muore al tramontoin un giorno qualunque di luglioVerso casail sole risveglia i colori di questa pianuranulla è cosi evidentecome la tua assenzachiassosa assenzaPerché la vita non si è intonata con latua vocelimpida e ingenua, limpida e ingenua,limpida e ingenua..Quante voltetorneraiin un pianto inattesonel ricordo più intensoluce che muore al tramontoQuante voltetorneraiin un pianto inattesonel ricordo più intensoluce che muore al tramontoin un giorno qualunque di luglio" P.Turci

mercoledì 16 agosto 2006

Miami Safari


Stride in me ruvida respingimi dolce nuvola io creerei noie in più e giura sei così umida trovami

semplice sfiorami....ci sei sei il crimine che vorrei ebbene tu ali solide trovami semplice

sfiorami....ci sei credo poi che dovrei respingerti come non mai

martedì 15 agosto 2006

A Perfect Day 3


La sera con il gelato alla nocciola nei bicchieri di vetro rosso, quelli nuovi nella credenza della cucina. Mio padre che fa le porzioni, mia madre che critica le porzioni, mio fratello che sorride e racconta storie. La sera con i buonanotte da una stanza all’altra.
Attacco di stereo. Un Billy di Ava Adore, una Skin di altra esistenza e sempre la foto di Winnie the Pooh moribondo.
Alberto da amare su Centrifuga.
Roberta da amare a prescindere.
E poi Manuel, Gianna, Cristiano, Carmen e Paola.

Serenità sparse.
Bjòrk che canta “all is full of love”
Bjòrk che non muore in Dancer in the dark e che continua per sempre la sua penultima canzone.
Il castello Svevo sul colle Pancrazio illuminato a festa.
Una mail dall’Arizona. Una dalla Florida. Una dalla Spagna. Una da altrove.
Finire per la terza volta “Il maestro della notte” e piangere ancora col sorriso.
Una moleskine nuova su cui sanguinare.
Avere a che fare con una piccola volpe.
Uscire di casa vestito in maniera indecente. Uscire di casa vestito da modello cK.
Incontrare un rabbino per strada che ti racconta la storia di un popolo.
Incontrare un muezzin per strada che ti racconta il sangue di un popolo.
Ballare sotto la luna su una terrazza romana.
Svenire ad un concerto dei Verdena.
Ricevere il saluto di un angelo con la grazia per Lù.
Ricevere il saluto di un angelo con la grazia per Lù.
Ricevere il saluto di un angelo con la grazia per Lù.
Vedere il sorriso di un angelo.
Vedere il pianto di un angelo.
Vedere un angelo. Punto.
Gridare “Bye Bye Bombay”: “Io non tremo, è solo un po’ di me che se ne va
Avere a che fare con un piccolo principe.
Presentare lui ai miei.
Fare l’amore con i Sigur Ròs.
Volare verso Tokyo, Pechino, Reykjavik, Mosca, Barcelona, Dublino.
Farmi di assenzio.
Farmi.
Imparare le lingue del mondo, con fare immediato.
Spaccare una pila di marmo in mezzo agli occhi dello stesso stronzo di sempre.
Raccogliere la frutta dagli alberi di nonna.
Portare i colori nuovi a Gabri.
Alzare lo sguardo e vedere Camere separate di PierViTondelli.
Una telefonata per la buona notte.
Avere cura di una rosa, la sola, l’unica, nell’universo tutto.
Vanessa Mae e la sua Oxanes Veil a ripetizione quando fuori è buio e dentro ancor di più.

Toccare tutto quello che non c’è.

lunedì 14 agosto 2006

A Perfect Day 2


La mattina con il caffé caldo che respiri famiglia e trascorsi sereni. Quel latte nel frigo nella sua confezione azzurra e le gocciole pronte e sempre presenti. Mia madre che si muove tra gli acciacchi per casa, ad inseguire chissà quale sconvenienza “acarica”. Mio padre che si prepara per un giro di bici e mio fratello pronto per il lavoro noioso.
Attacco di stereo. Una Tori d’annata, un Ani di Franco di “Wishin and hopin” e la foto di Winnie the Pooh ammazzato da Tigro.
Alberto da amare su Miami Safari.
Roberta da amare su Ormogenia.
E poi Manuel, Gianna, Cristiano, Carmen e Paola.

Serenità sparsa.
Una telefonata da Siderno. Una voce che ti fa ridere. La stessa che ti fa piangere come nessuno mai nella vita e ti senti perso e piccolo e un coglione e un minchione.
E andare al mare, con quella voce di Siderno. D’inverno, quando farà più freddo.
E andare al mare, con una voce di Lokri
. Per poter parlare, chiarire, raccontare di Ro’Ck e continuare quel pianto liberatorio.
Gridare “Meravigliosamente crudele”. “Io non ho amato mai l’eco di un addio senza musica
Fare l’amore.
Vomitare i fanculo più sentiti in faccia ad uno stronzo che odio.
Passare una notte per le strade di Barcelona a chiedere se è tutto solo un sogno di mezz’estate.
Passare una notte per le strade di Roma a chiedere se è tutto così inopportuno come sempre.
Rifare l’amore.
Bere talmente tanto da perdere i sensi su una pankina.
Ricevere la visita di un angelo con la grazia di Lù.
Ricevere la visita di un angelo con la grazia di Lù.
Ricevere la visita di un angelo con la grazia di Lù.
Vanessa Mae sparata nelle orecchie, su un tram di città nera e bagnata.
Stringere l’amore, tenerlo fra le braccia asciugare le sue lacrime, leccare le sue ferite, rubare il suo deserto.
Una tazza di tè al miele con mia cugina.
Leggere quella cazzo di storia della casa sul mare d’inverno e cercare di non piangere più.
Giocare con Gabri. Insegnargli i numeri fino a venti senza saltare il 7 ei il 13.
Ballare per una strada di città straniera completamente strafatto con addosso il tuo amore.
Prendere 110 e lode e guardare tutti come se fossero delle merde.
Prendere 110 e lode e vedere mamma e papà piangere commossi.
Prendere 110 e lode e non capire dove andare a sbattere la testa.
Dormire di gusto.
Violenza carnale plurima immediata su Edward.
Svegliarsi in spiaggia.
Baciare l’adrenalina.

Trovare tutto quello che non c’è.

domenica 13 agosto 2006

sabato 12 agosto 2006

giovedì 10 agosto 2006

Utopia



L’aria è fresca e si respira di pioggia.
L’immagine che si vive è di sera finale. I colori sembrano bagnati e genuini.
Tremo.

La visione è dall’alto. E dall’alto sorrisi e lacrime si mescolano rincorrendosi. La visione è dall’alto e il mare, oceano, suona di un grigio che muore sulla terra. Il vento è sano, e regala sensi nuovi.
Sta per chiudere.
La pioggia continua a bagnare, a cadere, e i personaggi della città perfetta si segnano e svaniscono. Sorridono e scompaiono.
Il piccolo clown da dietro la fonte guarda il marinaio salutare e abbracciare. La visione è dall’alto e il marinaio piange. La via sembra verde e promettente. La mano del bimbo si ferma sul petto e la mamma si distrae pensando al mare del sud. La nave salpa e il vecchio al faro parla alla luna. La visione è dal basso, e la luna gioca a perdersi nei pezzi. Il marinaio piange alla luna, che illumina la mano del bimbo, che cerca il cuore di una mamma che sogna e sogna sempre il mare del sud.
Il piccolo clown dall’alto del fico spia il ragazzo che perde colore. La visione è di lato e il ragazzo lacrima nero. Occhi grandi e colorati di nuovo. Sale che scende e che riga il nero. Bianco al collo e verde in testa. La pioggia che scende lava i suoi occhi. Ha negli occhi il poeta. Ha negli occhi la sua morte. E piove e lui piange. È fermo e la visione adesso è dall’alto.
Scende e scende la lacrima di vetro. Corre sul verde che ricopre il cuore. Scende e scende per toccare una fronte che dall’alto sorregge un pensiero. Il pensiero è per il poeta che parte su una nave. Parte una nave con su un marinaio che gioca con la mano di un bimbo che ride cercando soluzione nello sguardo di una madre che piange di nervi per un mare del sud.
Il piccolo clown da una panca di legno scorge una dama che cammina scalza. Bianca la pelle da sembrare acqua. L’acqua del lago di montagna all’alba è bianca come la pelle della dama di vetro. Veste stoffe che riscaldano un sorriso e sotto la pioggia sembra ricordare una storia di natura. Cammina scalza la dama di vetri e la sua pelle invita alla morte. La visione è dall’alto e una foglia di acero rosso sorvola sorretta dalla storia del vento e si perde nel viola dei suoi capelli che sembra ricordare una storia di sventura. Scende e scende una lacrima di vetro e crolla in collo alla dama di cristallo. La scena ricorda un fuoco vissuto e un grido di sfondo cancella la dama, che rincorreva un poeta seduto su una nave, vicino ad un marinaio che pensa alla mano di un bimbo che cerca il nodo dei capelli di una madre che dorme cullata dal sonno di un mare del sud.
Il piccolo clown dall’alto di una stella scorge un poeta parlare al silenzio. Il vento gli graffia e inasprisce il viso, le sue parole sorreggono il suo destino. Una fascia ricopre i suoi capelli e il freddo ricopre la sua stanchezza. Penzola al buio su una nave verso il nero. Scorge nella storia un ragazzo che piange. Verde in testa e bianco in collo. Lui sorride consapevole del gelo. E si appresta con scioltezza al salto frontale. Gioca a far il grande, il poeta di sventura, riempie i suoi vuoti con le lacrime dei più. Pensa ad una dama distrutta dalla sua natura, e a quel vecchio che sorride alla risposta della luna che gioca a perdersi nei pezzi di quel cosmo, che sempre si annidano nel cuore di un marinaio che legge nel poeta il destino di un orfano che tende la sua mano a consolare una mamma che vede un ragazzo piangere di nero,all’ombra di un fico, bianco in collo e verde in testa.
Il piccolo clown dal duro di uno scoglio sente il suono di una preghiera affogata. Ride il poeta al pensiero del mare. La luna che grida perde cristallo. Il marinaio stringe un pezzo di stoffa. I pezzi di dama si perdono alla terra e occhi sul nero non cessano di singhiozzare. Una mano si calma sul cuore di una mamma che dorme gelata al vento del nord.

L’aria è fresca e la pioggia cessa.
L’immagine che si vive è di sera finale. I colori sembrano bagnati e genuini.
Tremo.

Mi sveglio.



E Daria dove sta?

mercoledì 9 agosto 2006

Magnolia

QUANTO E' BELLO QUESTO FILM?


"Noi possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi!"

martedì 8 agosto 2006

Brividi


Un castello. Due violini ed una notte di passaggio. Venere il suo passaggio.
Un castello. Una principessa. Una notte di Giugno e una storia sul fresco.
Un falco, un lupo, la storia senza tempo. Una porta ed un muro.
Piccola Jun* e la notte di passaggio. Venere e il suo passaggio.
Due violini. Un muro e uno sguardo nella storia.
Un biglietto nella mano. Una notte di passaggio.

"Impalcature spartitraffico, fari alonati blu monossido Due solitudini si attraggono: tu chi sei? Come due intrusi che sorvolano le tangenziali dell’intimità Fiutando diffidenze e affinità. Resta qui! Da quanto siamo qua non chiederlo, Dalle finestre luci scorrono, Lenzuola stropicciate ...che ora è? Stai con me! Se c’è un motivo trovalo con me Senza ingranaggi senza chiedere perché. Dentro i miei vuoti puoi nasconderti, Le tue paure addormentale con me Se c’è un motivo. Due solitudini si avvolgono Due corpi estranei s’intrecciano Duemila esitazioni sbocciano Stai con me".
Un castello. Due violini ed una notte di passaggio.
Venere.
E il suo passaggio.

lunedì 7 agosto 2006

La città e la memoria


Inutilmente, magnanimo Kublai, tenterò di descriverti la città di Zaira dagli alti bastioni. Potrei dirti di quanti gradini sono le vie fatte a scale, di che sesto gli archi dei porticati, di quali lamine di zinco sono ricoperti i tetti; ma so già che sarebbe come non dirti nulla. Non di questo è fatta la città, ma di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato: la distanza dal suolo d'un lampione e i piedi penzolanti d'un usurpatore impiccato; il filo teso dal lampione alla ringhiera di fronte e i festoni che impavesano il percorso del corteo nuziale della regina; l'altezza di quella ringhiera e il salto dell'adultero che la scavalca all'alba; l'inclinazione d'una grondaia e l'incedervi d'un gatto che s'infila nella stessa finestra; la linea di tiro della nave cannoniera apparsa all'improvviso dietro il capo e la bomba che distrugge la grondaia; gli strappi delle reti da pesca e i tre vecchi che seduti sul molo a rammendare le reti si raccontano per la centesima volta la storia della cannoniera dell'usurpatore, che si dice fosse un figlio adulterino della regina, abbandonato in fasce sul molo.
Di quest'onda che rifluisce dai ricordi la città s'imbeve come una spugna e si dilata. Una descrizione di Zaira quale è oggi dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d'una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.
ITALOCALVINO

domenica 6 agosto 2006

Io e te, fratelli di sangue

Io e te.
Perchè senza troppe parole convenzionalmente considerate, procediamo su binari mai paralleli, a volte l'una davanti all'altro, a volte l'uno sull'altra, ma mai paralleli.
Facciamo parlare la musica, la poesia, i libri, i film, i paesaggi, le sensazioni, l'arte, con tutte le nostre differenze, immense differenze. Perchè io e te siamo fratelli, mai uguali, mai gemelli, mai siamesi.
Ed io lo sò, e tu lo sai.
Perchè sono convinto che tu abbia trovato e troverai quell'identità in altre persone, in altri luoghi, in altri tempi, non qui, non con me.
Ma io ci sarò, spettatore dei tuoi viaggi, dei tuoi amori, delle tue convinzioni, un pò in disparte come sempre da loro, mai, mai, mai distante da te.
Io e te fratelli di sangue.
Legame indissolubile, dicono, legame profondo, aggiungo.
Chissà se una o più di quelle Identità ci porteranno ad allontanarci, ci porteranno a "viverCI" a distanza, o ad un bivio (scelte, scelte, scelte) chi lo sà...Eppure nonostante mi manchi la certezza della risposta, nonostante conosca poco il domani, io ti vedo nel mio futuro e sò che sarò nel tuo.
Se avrai bisogno di me Io ci sarò, questo posso certificarlo, questo posso garantirlo, questo è quello che ti prometto. Ed io le promesse fatte in vita le conto sulle dita di una mano e qualche dito avanza. Perchè nessuno è perfetto: sbaglierò, sbaglierai, sbaglieremo, ma la certezza di un abbraccio, di una carezza, di un conforto, anche solo perchè la mattina non c'è il sole, mi rende forte, ti rende forte, ci rende forte.
Con tutto il mio affetto, profondo ed incommensurabile
RESISTERE AL TEMPO E' COSA DEI PIU'...NOI, RESISTIAMO.

To come back home



-Do you know the story about a little prince and and the fox?
-Sure!
-Well, you're my little fox!!
-...
-What?
-...I can't be your fox! I'm just a pitufo!!!
-Yes! a little vanidoso pitufo...
-And u? tu eres un delinquente!
-Si, but the most beautiful one here in BLN!


Sn tornato.
meglio. sono rientrato.in senso più astratto. per riaffrontare nuovamente il tutto.
e la cosa sconquassa.