
Parte linfatica l’esigenza della parola. Quella negata da sobrietà altrui. Spiegami il mondo, quello tuo, in ogni trionfo della nostalgia, adesso che puoi, in ogni trionfo della mia mania, anche se non vuoi, nel silenzio ti ritroverò. Come stai ad ascoltare il mare, ferma o danzante? Cantami quel dipinto, il verde è dietro? E il bianco? Cantami o diva.Sottile si snoda nella mente il mio deserto, una goccia di ruggine che inquina il nostro senso. Sentirti parlare mi manca d’immenso. Oggi provo a riviverti con un gesto. Mi taglio e scorre lento, un caldo di alcool e mente in giù. Cosa fai? Mi pensi? Parlami nella notte. Ti giuro, ti sento. Grida. Ti prego. Mi affaccio alla luna. Un piccolo gesto, come i nostri trascorsi. Mi manca la tua parola, quella sottile nelle mie orecchie, nella mia testa un tuo gesto accorto, un tuo bacio,sottile……e il mondo al di là. Piccola e indifesa, stupida con le mosse, luce del sud, del nostro sud, colore alle tue vicende. Protagonista malfermo, mi trovo nello sguazzo. E sempre più vorrei la tua parola, quella negata da idiozia altrui. Spaccami se puoi o buttami nel cosmo. Dì al tuo, di vita passata, che non rinneghi, che forse rimpiangi.
Dì all’idiota di morire nel silenzio.
Io e te lo abbiamo già fatto.Persi in una ragnatela di sangue.