lunedì 26 marzo 2007
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Una minuscola figura sarebbe apparsa all'orizzonte in fondo al campo, e a poco a poco sarebbe diventata più grande, finche non mi fossi reso conto che era Tommy, e lui mi avrebbe fatto un cenno di saluto con la mano, forse mi avrebbe chiamato. La fantasia non andò mai al di là di questa immagine - non glielo permisi - e sebbene le lacrime mi rotolassero lungo le guance, non singhiozzavo nè mi sentivo disperato.
3 commenti:
Bello, bello veramente. Direi il migliore di Araki.
Mi sono anche procurato il libro, anche se ammetto di non averlo ancora cominciato.
Adoro il finale: "E lì, davanti a loro, nella stanza con noi, c'era quella famiglia, i contorni dei loro corpi appena visibili, immersi com'erano nella luce della stanza. Una luce che splendeva sui nostri visi, sulle nostre ferite, sulle nostre cicatrici. Così brillante e bianca che avrebbe potuto essere una luce discesa direttamente dal Paradiso ed io e Brian avremmo potuto essere angeli che si beavano del calore divino. Ma non lo era, e nemmeno noi lo eravamo."
Nel film è stato reso ancora più intensamente, con la musica che cresce di intensità, la telecamera che si allontana inquadrando Neil e Brian dall'alto, il fading finale sull'ultima parola pronunciata fuori campo da Neil: "scomparire" (che nel libro non c'è).
Tra le migliori opere contemporanee sull'adolescenza. È un film triste e crudo ma al tempo stesso luminoso e solare, in cui la speranza domina tutte le altre condizioni umane in cui si trovano immersi i due protagonisti.
ehi fotografo etereo...
visto ed archiviato...
araki è un genio.
l'ho visto al cinema appena uscì.
araki è un genio.
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