lunedì 13 novembre 2006

2046




L'amore e i suoi paradossi, i suoi tempi sbagliati, un rincorrere/rincorrersi, un perdere/perdersi che restituisce all'amore la sua vera dimensione, quella del sogno, del rimpianto, dell'impossibilità di essere consumato. L'amore vero è sempre quello perduto, o mai vissuto. Ed è per questo che da 2046 non si torna, perché lì nulla cambia. Le ferite non si chiudono e dopo la prima volta, non c'è la seconda, ma solo cloni insignificanti della prima volta, ed è così per sempre. 2046 è un non-luogo dove proiettare in eterno i fantasmi del passato, il luogo dell'eterno ritorno...
"Quelle note, quelle note.. sono le nostre note.
Oggi, domani, per sempre stringo la tua mano.
Quando non capiranno, quando non capirai, quando non capirò..
E' ancora la mia mano a ricordarti chi siamo.
Vite straordinariamente rovinate.
Il dolore più dilaniante, l'assenza più sconcertante, il rimpianto più grande.
Ma hai la mia mano.
Non sarà mai eppure è per sempre.
Guardo il cielo, ogni tanto ha il colore dei tuoi occhi, sempre me ne regala la profondità".
Fede

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