domenica 23 luglio 2006

RoMa RosaRio

Grano 001 Nella pretesa di palle
Prenotazione posto n°88 carrozza n°5. la cosa mi sembra semplice e banale. Quanto meno precisa. Si sale. Si cerca. Non si trova. Nella carrozza n°88, a quanto pare, non esiste il posto a sedere n°55. scomuniche e maledizioni alla progenie di mr. Trenitalia e fanculo un po’ tutto. Viaggio schizofrenicamente turbolento. La mia persona appare infastidita dal tutto.

Grano 002 Drawing restraint 9
L’ultima opera filmica di Matthew Barney. Una pellicola senza dialogo, un mondo rarefatto in cui fotografia e musica disegnano immagini ispirate alla cultura giapponese. Due protagonisti e quattro tappe rituali: il trasporto, il lavaggio vestizione, il tè, la mutilazione. Il mutare di una forma in cerca di una definizione. Un enorme enigmatica scultura di vaselina su una bandiera giapponese. Un lavoro sulla destrutturazione e ricostruzione di un corpo.

Grano 003 Trovata
Gli occhi sono verdi. Finalmente la divina di Benetton fattura e fattezza l’ho incontrata. Ha gli occhio verdi e sembra non voler sorridere. Mi alieno a Trevi a alla fontana. Al turista stranito dalla posizione della mia nikon ricambio un sorriso che la divina di Benetton fattura e fattezza non sembra voler ricambiare.

Grano 004 Congratulazioni
Ricordati com’eravamo E poi ancora Com’era l’estate che ci aspettava Ricordami dei tuoi capelli Com’erano Neri come il nero dei nostri sogni non siamo qui noi siamo altrove e’ piu’ facile piu’ facile Ricordami di quel profumo Che tu amavi Di arance e di rose Di amore eterno Ricordami l’ingenuita’ Disarmante La dolce illusione Di una promessa non siamo qui noi siamo altrove e’ piu’ facile dimenticare e’ piu’ facile piu’ facile. (PaolaTurci)

Grano 005 Villa
Andiamo a vedere Raffaello? Andiamo a vedere Raffaello. Dov’è? A Villa Borghese. Non sono mai stato sai. Bhe allora dobbiamo andare per forza. Per forza. Ordino i biglietti. Uno ridotto per me. Uno intero per te. La storia della riduzione è motivo di derisione. Arriviamo e già adoro. Ma è enorme! Bhe si necessariamente enorme. La villa intendo. Chiaro. Entriamo. L’effetto è sempre lo stesso. Vuoto temporale e mi muovo tra la storia. Scorre il tutto con eleganza e maestria. Paolina bella come al liceo, pensavo sorridesse. Ricordo annebbiato. Sei bellissima Paolina e tu Canova ancora di più. Apollo Achille Sabine e Dafne. Dentro solo noi e loro. E rivivo il mito. Imperatori romani con sguardi sul cattivo andante, arte e approvazioni della storia all’ingegno umano. Ho i brividi. E mi butto sul Merisi. Raffaello si, indubbiamente, Leda e il suo cigno, la Giardiniera e l’odio di Mela. Mangio senza denti. Usciamo. Sono esaltato e mi scatti foto. Imito statue monche e sono sereno.

Grano 006 Tram
Torno da scontro mentale con tizia assurda. Salgo su tram direzione termini. Sono stanco. Il mio Porta Portese in mano, la mia noia in testa. C’è posto e mi siedo. Attacco I pod e parto di Gianna. Mi parla di treni presi alla stazione nord e quasi mi viene da piangere. Sale un donnino. Penso abbia sbagliato secolo e mezzo. Una carrozza si presterebbe meglio alla sua eleganza, alla sua presenza. Trova posto e si siede in fronte a me. È una donna anziana. I capelli, bianchi, sono raccolti da un fermaglio, potrebbe essere madreperla, sempre per il discorso dell’eleganza, ma non lo saprò mai. Ha un vestito sgargiante. Rosa pesca, le gambe non sono come quelle di una persona grande. Sono curate e nessuna vena traspare. Le mie nonne la prenderebbero ad odio. Non sembra abbia visto mai un campo. Anche i piedi sono curati e smaltati. Ha una serie di gioielli in corpo che potrebbero essere anche un pericolo, e il caldo cerca di abbatterlo con un ventaglio di preziosi. Chiudo la mia musica nelle orecchie e attaccano due musicisti di strada saliti alla fermata di prima. Chitarra e fisarmonica. A vederli sembrano mediorientali. A sentirli sembrano brasiliani. Sono tristi e suonano tristi. Fa molto caldo. Suonano quelle musiche da camera, pronte ad aprire circostanze estranee. La donna vestita di pesca sorride come una cartolina del ’42. ho l’immagine in testa e nessuna me la toglierà. Lei è l’unica che segue entusiasta i due e i due suonano solo per lei. Il viso le si riga di lacrime. È una scena da vivere. Mai sentita tanta tristezza da due musici di strada. Mai vista tanta malinconia negli occhi di una donna. Mi tocca lo stomaco tutto questo e mi manca l’aria. Il ventaglio si muove in un mano, nell’altra le dita si cercano per graffiarsi. Rimetto cuffie. Non accendo la mia musica. Quella che mi ha abbracciato per 5 fermate di tram cessa. Le signora prende un fazzoletto si asciuga gli occhi. Prende borsetta e regala banconote ai due. Loro ringraziano. Lei ringrazia. Loro scendono. Lei dopo un po’.
Eppure questa scena io l’ho già vissuta.

Grano 007 Sgamato spillo I
La fila inizia da Castel Sant’Angelo. Mi sembra inopportuno il tutto. Dai, una volta che siamo qui si fa un attimoin di fila e si cerca di metter piede dentro. No eh? Si ma ci saranno quei 43/44 gradi che conciliano lo stato comatoso avanzato nonché lo stato di premorte. Aspetta chiedo alla signora. È una suora, chiamala sorella, chiamala sorella…sorella, mi saprebbe dire il momento di minor flusso verso l’ingresso della basilica? Guardi la mattina molto presto la situazione è ragionevole, oppure verso le 2 del pomeriggio ( e certo aspettiamo i 52 gradi sotto il colonnato). Mi viene comunicata la sentenza orsolina. Ce ne andiamo. E tu sorella bianca ci guardi con disapprovazione, sorridi di gusto muovi il dito, sventoli rosari, sembri simpatica ed io divento porpora. Avrei preferito uno spillo da chiudere in mano.

Grano 008 Rosa della Vittoria
“Non è certo un caso che la musica dei Sigur Ròs abbia origine in Islanda. Terra di forti contrasti visivi, di luci nordiche e spettrali, di notti che paiono non avere fine, l’Islanda è da sempre un luogo magico, una dimensione altra, parallela che evoca una mescolanza di mistero e di sottile inquietudine, un po’ perché sperduta in una parte di oceano freddo e lontano, un po’ per il sujo clima poco ospitale, un po’ per i suoi paesaggi dalle reminiscenze lunari, aliene”
Sto cercando questo libro da quando un anima malata di cui ero totalmente innamorato, me ne parlò. L’ho cercato per oltre un anno. Mi serviva per la mia tesi. E non l’ho mai trovato. Pensavo fosse fuori catalogo.
“Terra di bardi viaggianti e di saghe epiche tramandate a memoria di padre in figlio, l’Islanda sembra avere la musica nel proprio dna, come del resto accade per tutte le culture insulari, definite rispetto al mondo che conta”
Dalla prima volta che ne sentito parlare volevo che occupasse un posto di prestigio nella mia libreria musicale. Adesso svetta trionfante tra le vicende di Carmen e quelle di Manuel.
Sigur Ròs sta per Rosa della Vittoria.
E non lo sapevo.

Grano 009 Sgamato spillo II
Voglio buttarmi sull’arte. Che tipo di arte? Vorrei investire sull’arte. È una cosa diversa. Vorrei comprare un quadro. Che tipo? Mi piace Donzelli. A me no. È allegro mette armonia. A me pare solo uno che cerca di far soldi prendendo per il culo la chiunque. Mi accompagni o no? Certo.
Guardi avvocato per lei che è nuovo le faccio un prezzo affare 1600 € (porca troja). L’olio scelto è proprio bello. Non ho troppo da criticare. Alla fine l’asta a scendere si ferma sui 1000. Io nel mentre gioco con una cagnolina che vorrei portarmi dietro. Mi si accuccia sulla ginocchia mentre voi sbrigate affari economici. Avvocato mi dia l’indirizzo così le mando gli inviti per eventuali mostre future e naturalmente porti con se anche il bel dottore. Continuo a massaggiare collottole e giunture. Immagino spilli entrarmi in mano.

Grano 010 In attesa
Non pensare che mi sia dimenticato. Sono in attesa. Ti ho invocato e cercato. Il tempo è sempre meno. La mia stima ai minimi storici.

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