lunedì 19 febbraio 2007

Niente più conta...

Marzo. Vetri bagnati da stagione fredda. Due. Il contrario di…

Scendiamo.

Villa.

Piove, ma non rende fastidio. Potrebbero cadere pietre, sarebbe uguale. Non rende fastidio. Ci sediamo.

-E’ come quella storia del pub irlandese…se uno esce da quel posto non vuol dire sia irlandese…non trovi?

-Beh si,ma penso ci sia un certa differenza…

-E’ la stessa identica storia…non mi si può additare di nulla. È stupido. È sbagliato. È semplicemente scorretto.

-Nessuno ti addita. È semplice constatazione.

-Stronzate.

(Perché allora mi guardi in questo modo? Cosa pensi di trovare nel mio soffio di vita? Come mai siamo qui, io e te, e la pioggia, in una villa? Perché ti ostini a non voler sentire il bruciore della luce che illumina il tuo sguardo? Sto bene, qui adesso, sotto un tetto di rami spogli, sotto una pioggia che rinfresca il passato nascosto, ti ascolto, tu blateri, parli di storie di terzi per non sentirti partecipe di questa vicinanza che si crea, sotto una pioggia di marzo.)

-Ho sempre in mente un’immagine…le mani…quelle di mio padre

(Non piangere cazzo, potrei non reagire e sarebbe sbagliato, mi pietrifichi)

-Le mani di mio padre, vedo solo quelle,e i suoi occhi che mi guardano, che soffrono, ed io non riesco a reggere e devo obbedire alla natura imposta, io lo amo e sarebbe sbagliato, non vorrei…quelle mani, le mani di mio padre…la fragilità di mia madre. La mia natura a metà.

-Andiamo…

(le tue mani, i tuoi occhi,le tue lacrime, la fragilità tua…e mia)

Marzo. Vetri bagnati da pioggia di inizio stagione. Due, mai come prima.

Buio. Al riparo da occhi indiscreti.

Mi stringo a te, come te a me.

Una mano, la tua, nella mia. Una realtà manifesta, nascosta al mondo.

-Non mi si può additare di nulla…

-Non ci si può dir nulla contro

Un gioco, di spirito, il rincorrerci in un metro di macchina bagnata. Pugni di rabbia misto a riso. Karma Police, (grazie a voi). Una ciondolo al collo tuo, nelle mie mani.

-Nessuno può dirci nulla

(neppure le lacrime di un padre possono parlare)

Un rincorrersi nel cuore di una notte di inizio stagione, la nostra nuova. Stagione. Un pugno di rabbia, troppo forte, da spaccare il cuore, che va da sé, ubriaco di certezza nuova. Il ciondolo tra le mie dita, nelle tue mani, nei miei capelli, sulle tue labbra, sulle mie labbra.

Niente più conta.

Radiohead.

La nuova stagione.

Due…il contrario di.


9 commenti:

Anonimo ha detto...

...che dolce pioggia è quella di marzo....

Anonimo ha detto...

... mi ha fatto commuovere.

Alessia ha detto...

mio cavaliere,
sii prode,
la pioggia di marzo ferisce più di una grandinata,
usa le mani per proteggerti il viso,
troveremo il modo di proteggere il cuore...

Platone (il falso) ha detto...

ehi, frena giovane puledro innamorato! la pioggia di marzo ti bagna la criniera, e senza uno stalliere adatto (mi offro io, purché non tenti di menarmi) rovineresti la tua piccola testa... qua l'aria s'impregna di qualcosa che ancora non so bene, ma un giorno mi spiegherai...

Anonimo ha detto...

è sempre un piacere leggere il tuo blog, mostri la tua sensibilità, il tuo vissuto, e aggiungerei la grandezza del tuo animo...
...e poi scrivi molto bene, complimenti!!!

nic

Padda ha detto...

A volte la parola scritta è così intensa da diventare quasi reale. Si trasforma in una scena, scorre davanti agli occhi come un film, diventa palpabile. Riesci ad immergerti completamente in essa.
Come in questo post, le cui emozioni così personali si fanno quasi patrimonio comune.
Complimenti!

Anonimo ha detto...

sto per dire una cosa stucchevole. Ebbene sì, stavo per piangere anch'io. Per la pioggia di marzo, per le mani di mio padre, per quel DUE, il mio numero, che più volte hai citato. Porterò questo post nel cuore, grazie Andre_.

Sospiro Mozzato ha detto...

Veramente bello.
Il testo, i sentimenti, le immagini, i colori evocati, i silenzi disegnati...
A presto...

Anonimo ha detto...

Due. Amen