giovedì 10 agosto 2006

Utopia



L’aria è fresca e si respira di pioggia.
L’immagine che si vive è di sera finale. I colori sembrano bagnati e genuini.
Tremo.

La visione è dall’alto. E dall’alto sorrisi e lacrime si mescolano rincorrendosi. La visione è dall’alto e il mare, oceano, suona di un grigio che muore sulla terra. Il vento è sano, e regala sensi nuovi.
Sta per chiudere.
La pioggia continua a bagnare, a cadere, e i personaggi della città perfetta si segnano e svaniscono. Sorridono e scompaiono.
Il piccolo clown da dietro la fonte guarda il marinaio salutare e abbracciare. La visione è dall’alto e il marinaio piange. La via sembra verde e promettente. La mano del bimbo si ferma sul petto e la mamma si distrae pensando al mare del sud. La nave salpa e il vecchio al faro parla alla luna. La visione è dal basso, e la luna gioca a perdersi nei pezzi. Il marinaio piange alla luna, che illumina la mano del bimbo, che cerca il cuore di una mamma che sogna e sogna sempre il mare del sud.
Il piccolo clown dall’alto del fico spia il ragazzo che perde colore. La visione è di lato e il ragazzo lacrima nero. Occhi grandi e colorati di nuovo. Sale che scende e che riga il nero. Bianco al collo e verde in testa. La pioggia che scende lava i suoi occhi. Ha negli occhi il poeta. Ha negli occhi la sua morte. E piove e lui piange. È fermo e la visione adesso è dall’alto.
Scende e scende la lacrima di vetro. Corre sul verde che ricopre il cuore. Scende e scende per toccare una fronte che dall’alto sorregge un pensiero. Il pensiero è per il poeta che parte su una nave. Parte una nave con su un marinaio che gioca con la mano di un bimbo che ride cercando soluzione nello sguardo di una madre che piange di nervi per un mare del sud.
Il piccolo clown da una panca di legno scorge una dama che cammina scalza. Bianca la pelle da sembrare acqua. L’acqua del lago di montagna all’alba è bianca come la pelle della dama di vetro. Veste stoffe che riscaldano un sorriso e sotto la pioggia sembra ricordare una storia di natura. Cammina scalza la dama di vetri e la sua pelle invita alla morte. La visione è dall’alto e una foglia di acero rosso sorvola sorretta dalla storia del vento e si perde nel viola dei suoi capelli che sembra ricordare una storia di sventura. Scende e scende una lacrima di vetro e crolla in collo alla dama di cristallo. La scena ricorda un fuoco vissuto e un grido di sfondo cancella la dama, che rincorreva un poeta seduto su una nave, vicino ad un marinaio che pensa alla mano di un bimbo che cerca il nodo dei capelli di una madre che dorme cullata dal sonno di un mare del sud.
Il piccolo clown dall’alto di una stella scorge un poeta parlare al silenzio. Il vento gli graffia e inasprisce il viso, le sue parole sorreggono il suo destino. Una fascia ricopre i suoi capelli e il freddo ricopre la sua stanchezza. Penzola al buio su una nave verso il nero. Scorge nella storia un ragazzo che piange. Verde in testa e bianco in collo. Lui sorride consapevole del gelo. E si appresta con scioltezza al salto frontale. Gioca a far il grande, il poeta di sventura, riempie i suoi vuoti con le lacrime dei più. Pensa ad una dama distrutta dalla sua natura, e a quel vecchio che sorride alla risposta della luna che gioca a perdersi nei pezzi di quel cosmo, che sempre si annidano nel cuore di un marinaio che legge nel poeta il destino di un orfano che tende la sua mano a consolare una mamma che vede un ragazzo piangere di nero,all’ombra di un fico, bianco in collo e verde in testa.
Il piccolo clown dal duro di uno scoglio sente il suono di una preghiera affogata. Ride il poeta al pensiero del mare. La luna che grida perde cristallo. Il marinaio stringe un pezzo di stoffa. I pezzi di dama si perdono alla terra e occhi sul nero non cessano di singhiozzare. Una mano si calma sul cuore di una mamma che dorme gelata al vento del nord.

L’aria è fresca e la pioggia cessa.
L’immagine che si vive è di sera finale. I colori sembrano bagnati e genuini.
Tremo.

Mi sveglio.



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