mercoledì 31 maggio 2006

Raccontami una storia...

Jun*??...dimmi!...no, niente...??...

Jun*??...sono qui...raccontami una storia...che storia???...???...di treni e stazioni, di lacrime e respiri, una strada e una spiagia, un graffio...un luogo che chiami casa...

Jun*??...dimmi!...raccontami una storia...ok

Asfalto bagnato. Ombrelli. Corse di uomini. Bambini per mano. Qualcuno si ferma in mezzo alla folla. Si ferma per prendere tempo.

Bordi di strade. Scorci di vita. Graffi. Sangue. Alla gola. Graffi.
L’impossibilità di ingoiare ciò che ti lascia un esistenza ti graffia la gola.
Stazione e treni. Lei è stazione che aspetta il treno sul quale poter salire…per non morire.
Non basta respirare per vivere.
Non basta respirare.
Vivere è cosa assai più difficile.
Quando riesci a sentire lo spessore dell’aria che respiri.
Quando ti fermi bagnato di lacrime e sangue in una strada qualsiasi, davanti ad una stazione qualsiasi e dici :”ora io devo partire”…
Eppure il fischio del treno è sempre lo stesso di mille anni fa
Sei tu a sentirlo diverso.
È questa la verità.
Quando lo senti dentro sei pronto a partire, eppure il richiamo è sempre lo stesso. Il treno è sempre lo stesso. Ma ora…sei pronto a partire. Non più stazione morta. Non vuoi più morire.
Ora
Sentire solo l’odore di un esistenza smarrita e solo
Ora
Ritrovata.
Non esistono storie precise. Solo confusione. Tanta.
Da perdersi.
E poi ritrovarsi dentro te stesso e poi sopra un treno che pensavi ti portasse chissà dove. E invece…
Torni a casa…
Finalmente torni a casa.
Perché si torna sempre a casa. Prima o poi.
Se tu solo potessi capire cosa sia per me la casa…
Capiresti…
Io credo tu riesca a capire cosa sia per me la casa.
Io credo tu sappia dove sia la mia casa.
Jun*??...dimmi!...perdonami…

Àndre??...dimmi!...ti voglio bene…

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