venerdì 8 settembre 2006

Ti penso

Ci sentiremo. So che stai bene. Ci sentiremo.

Veramente non sto proprio bene sai. Non capisco questa tua certezza e devo dire che un po’ mi urta al cazzo, per il semplice motivo che la tua allusione sia venuta così totalmente dal vuoto inaspettato. Ancora non ti rendi conto di quanto inopportuno tu mi faccia sentire con queste tue fughe plurime e violente. A volte mi viene da chiedere cosa realmente tu pensi di me, se mi reputi veramente forte come una volta, forse per sbaglio, mi hai detto. Cazzo lo sai che non sono forte, ho bisogno di appoggi, di spalle e di un semplice ciao, come va? Ancora pago quello che devo pagare con te, ma sinceramente le mie tasche, la mia testa, sono svuotate. Mi bastava un sono qua, lo sai dove mi puoi trovare. Quella sera, fottuta sera, sapevo di non dover fare quel numero, ma sapevo che non mi avresti risposto, invece pronto?pronto…sei tu? Si sono io, forse hai sbagliato a rispondere, come stai? Io sto bene…scusa forse ho sbagliato a chiamare, ma sai com’è ti volevo dire una cosa…non ti devi preoccupare…scusa veramente non lo faccio più, ciao allora…ciao. Non penso nessuno mi abbia mai mortificato in quel modo. E si che la gente è solita odiarmi con disprezzo. Ma da te, bhe proprio no.
Ti ho mandato una lettera. Sarà passata oltre una settimana. Conteneva le foto di cui ti avevo parlato. Spero ti piacciano. Al dire il vero me ne frega poco se ti piacciono o no.
Però non dare mai per scontato le cose.
No, sai, non sto propriamente bene. Lucia non c’è più, e forse la conoscevi anche, ma non te l’ho mai chiesto. Adesso sono qui, altra città, altra routine, altra quotidianità che lascia un po’ così. La stanchezza è tanta. E il vuoto delle prime notti si riempie solo con parole di amici a cui non devi più niente. Con te invece questo mai sarà. Sempre in debito. Sempre pronto ad ogni richiamo. Non dormi, non ridi, non vivi. Io ci sono sempre. Tu alimenti il mio non stare con me. E mi sento preso dal tutto in cerca di comprensione, in cerca di un modo di attivarmi nuovo. E tu non ci sei.
E poi quella promessa…non l’hai rispettata.
Ed io, le promesse, le rispetto sempre.

Ci sentiremo, si penso di si. Ma non pensare che io stia bene.
Invece di supporre. Chiedi. Cazzo.
Chiedi.
Chiedi.


Come, da sempre, si fa tra persone che si vogliono bene...

2 commenti:

Platone (il falso) ha detto...

Esplicito, aperto come da autopsia. No, non stai troppo bene, ecco. Indovino: overdose di musica. Lenta e costruita freddezza. Poggiata su una piastra di lacrime bollenti. Oltre la pelle, uno schiaffo dentro la memoria.

Ci sentiamo, come da routine

Andrea Miceli Rovito ha detto...

Ma che deve fare uno per sopravvivere? non sono presuntuoso, non prentendo il vivere, semplicemente un soffio di vita.
overdose di musica, ovviamente. voglio morire con Nico in testa.

ci sentiamo, chiaro.